Persi nel nylon
Corpi nella plastica
La plastica come acqua, un onda che ci avvolge, ci soffoca, ci accarezza, filtra le nostre emozioni.
Da dentro. Smarrirsi nella trasparenza vischiosa, tra un respiro a metà e una gabbia di fruscii. Sfocati, disperi nei tremolii di un muro impalpabile, gli occhi si volgono al cielo increspato, s’ancorano alla solidità della terra, cercano il buio delle palpebre e scoprono la nebbia oltre il velo.
Getting lost in the viscous transparency..
Suffocating dress
Da qui, il ticchettio del mondo giunge ovattato, battito cardiaco in sottofondo, un sibilo che punge l’udito e disturba la percezione. Questa veste soffocante è vetrata liquida, barriera lattiginosa e specchio deformante. Oltre, solo una realtà corrosa, lo scarabocchio d’un bambino che travalica limiti e non rispetta contorni.
Non ti vedo. Non ti sento.
Non percepisco la tua pulsazione. Non sei che un’ombra vibrante dietro la palpebra, una sagoma vorticante attorno al ciclone. Ed io, nell’occhio, sono muta spettatrice di un mondo che lentamente si disfa.
Questa veste è una seconda pelle che mi rende insensibile, inscalfibile.
Non vedo. Non sento. Non percepisco.
Al di là della pellicola di nylon, il vuoto palcoscenico della vita.
Photographer: Marco Rizzo
Collezione: Plastica
Model: Kael
Text: Kael
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