Il paradiso sommerso
La critica di Best Selected alle opere di Marco Rizzo . Il progetto fotografico "Underwater city" di Marco Rizzo ha profumo di poseidiana memoria.
Best selected
Facendo un parallelismo con il mito di Atlantide, così il fotografo Marco Rizzo, in questo paradiso sommerso, utilizza l’escamotage per restituire pace e tranquillità alla sua amata Venezia.
L’autore sogna la città lavata dallo sporco, sia morale che fisico, tramite un’ondata di “acqua purificatrice” che la sottragga momentaneamente allo scorrere del tempo e dalla curiosità usurante dell’uomo contemporaneo.
preservazione
L’intento del fotografo è quindi quello di una “preservazione”, per una frazione di tempo sospesa di questa gloriosa e antica città, trasformandola in un “paradiso sommerso”, dove l’elemento acqua si costituisce come madre protettrice.
Questa situazione non è fatta per durare nel tempo perché, ecco arrivare una seconda ondata inarrestabile, figlia dei nostri tempi, “un turismo di massa”, “inarrestabile”.
In questo scenario si ritrovano presenze umane sognanti e fiabesche simili a sirene fluttuanti in una sorta di liquido amniotico che sembrano raggiungere una pace eterna.
Underwater city
è quindi una discesa nelle profondità del mare, in un mondo magico, mitologico e surreale ma che naturalmente pare assumere le sembianze di una discesa nel proprio IO, nella parte inconscia, in quella parte in cui si mescolano realtà e desideri più profondi.
E’ quindi proprio un desiderio di pace a dominare l’interiorità del fotografo che ama rifugiarsi in questo suo mondo, laggiù negli “abissi del tutto” per poi riemergere recando in grembo meravigliose visioni, fotografie che rappresentano quello che… “rimane dei miei sogni..”
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